Mostra di MATTIA SCRISCI
Comunicato stampa
Si inaugura venerdì 4 giugno 2021, ore 18.00, allo “Studio Arte Mes3 – Spazio Eventi”, a Livorno,
la mostra di Mattia Crisci “Utopie spaziali”
Il percorso artistico di Mattia Crisci comincia con lo studio de “I tre libri dell’arte del vasaio” (1579), dai quali attinge le varie tecniche dei maestri ceramisti. Il linguaggio che matura nel corso del tempo e delle esperienze, dei contatti cercati con artisti e tecnici del settore, si apre gradualmente al connubio tra i geometrismi del mondo reale e le intuizioni emerse dall’inconscio.
Terra, acqua e fuoco restano gli elementi portanti della sua ricerca, particolarmente vivi nelle opere scultoree, dove al gres e alla porcellana è affiancata la fusione del vetro, nella trasparenza del turchese a simulare – come egli stesso dice – “la cascata che l’acqua percorrerebbe idealmente, creando un’immagine onirica e seducente”. Una ricerca dialettica nella quale coincidono allegoricamente i pilastri portanti del suo lavoro: il saper fare (tekné) e l’espressione estetica, in cui confluiscono i concetti filosofici del gestuale e la sua personale Weltanschaung, elementi questi determinanti per una collocazione di diritto tra gli artisti italiani contemporanei.
“La ricerca costante di un dialogo con i fruitori dell’arte lo trova impegnato nel fare emergere molteplici sensazioni e nella sperimentazione di materiali diversi, dal legno-metallo, all’acrilico e alla sabbia; dagli, smalti alla ceramica, non ultima la tela, sulla quale con la sabbia collage e acrilici riesce a fissare parole che si accavallano a nuove notizie e ancora a nuove emozioni. Il colore è usato in modo da dare evidenza spaziale alle emozioni e anche a sottolineare alcuni caratteri strutturali delle forme, mantenendo sempre il carattere emozionale della ricchezza cromatica. Non a caso i colori degli “articoli” dei collage vengono macchiati di rosso per la cronaca nera, di giallo per le trame politiche, di bianco per la cultura. Ma tutte vengono quasi cancellate dal nero per sottolineare la volatilità delle parole … addirittura vengono ulteriormente chiusi in un ipotetico spazio che crea una profondità prospettica quasi censoria, una sorta di relativismo a dimostrazione che tutto è relativo e che “spesso una sola immagine può valere più di mille parole” (Crisci).
La maturità fin qui acquisita si afferma in un percorso che, iniziato da uno sguardo iniziale classicheggiante, specialmente nella creazione delle sculture, è orientato più recentemente verso una percezione della forma decisamente più attuale e informale, con la creazione di immagini avulse da ogni impronta riconoscibile, stilemi riconoscibili a partire dalle avanguardie del secolo scorso. Dell’arte fa proprio il linguaggio analogico, si appropria della problematica del contrasto convertendola nella prevalenza della materia sulla forma. Attinge a sensazioni che trasfigura in un rapporto empatico con il fruitore dell’opera.
Poiché le superfici rugose ed irregolari richiamano alla mente sensazioni di disagio o di conflitto, mentre le superfici morbide e levigate inducono più facilmente a sensazioni di dolcezza e di serenità, l’artista, nella sua scelta e in quella degli accostamenti tra materie diverse, esprime la propria energia creativa. La materia si trova quindi in primo piano: una lampada cubo, un metallo tagliato con il laser, un pezzo di metallo riciclato, una luce al neon, una colata di vetro fuso, una tela dai colori simbolici e aggressivi altro non sono che altrettanti atti artistici.
Amore e rispetto per ogni tipo di materiale, alchimie che dicono il dialogo intimo che l’artista ha con il colore, che nella sua abilità nel tradurre ogni forma di esperienza mette in luce la grande accuratezza, la pulizia di esecuzione e la simbiosi che si legge in ogni realizzazione: un’interpretazione del reale, le cui forme lasciano visibili gli stilemi culturali dello scorrere del tempo.
In questo senso l’arte diventa soprattutto “scelta” e questa nuova visione ne allarga il campo oltre ogni limite. In tal modo Crisci rompe il confine tra immagine bidimensionale e immagine plastica, proponendo opere che non sono più classificabili nelle tradizionali categorie di pittura o scultura.
Tutto può diventare arte, così come è possibile che diventi anche “altro”.
La gestualità insita nel tracciare il segno, nello stendere il colore, nel conformare oggetti e materiali diversi, diventa l’opera che, ribaltando il vecchio rapporto dell’essere sé, vuole essere appunto “altro” dalla realtà che la circonda, vuole essere realtà indipendente essa stessa, testimone del fare e dell’essere dell’artista.
Così la materia appare quale realtà completamente autonoma, oggetto-soggetto di un’arte autosufficiente, che si presenta in primo piano, eliminando qualsiasi rappresentazione che non sia quella di sé in tutte le sue caratteristiche di fisicità spazio-temporale.
Al pubblico il messaggio che Mattia Crisci lancia con ferma convinzione è una sintesi finale, quale premio alla bellezza di un intero percorso. Poiché “l’immagine non ha in sé un significato estetico, ma lo riceve da chi lo usufruisce”. Memorie di immagini”.
Giuliana Donzello
Critico d’Arte e curatrice della mostra
Vernissage 4 giugno 2021 alle ore 18.00
Le opere saranno visibili allo Studio Arte MeS3 di Livorno, in via Verdi, 40, fino al 3 luglio con il seguente orario:
dal martedì al sabato, dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19
Per giorni od orari diversi solo su appuntamento